Sicurezza, i direttori di corsa dei Giri di Austria, Germania e Svizzera: "È necessario che l'UCI introduca l'obbligo del GPS per tutti i corridori in
11/22/2024 09:41 AM
Negli ultimi mesi il mondo del ciclismo su strada è stato scosso tragicamente da una serie di incidenti. In ordine cronologico, hanno perso la vita Gino Mäder (al Giro di Svizzera 2023), Andre Drege (nel corso di una tappa del Giro d’Austria 2024) e la giovanissima Muriel Furrer, durante la gara Junior dei Mondiali di Zurigo 2024. In tutti e tre i casi sono state delle uscite in strada nel corso di una discesa a risultare fatali per i corridori. Da allora, tanto si è discusso, soprattutto dopo l’incidente in cui è rimasta vittima Furrer, che sarebbe – anche se le indagini sono ancora in corso – rimasta senza soccorsi per un’ora in un bosco, dopo essere uscita di strada.
Sull’importantissimo tema della sicurezza si sono espressi, in maniera congiunta Olivier Senn, Thomas Pupp e Fabian Wegmann, rispettivamente direttori di corsa di Giro di Svizzera, Giro d’Austria e Giro di Germania. “Non può più essere ammissibile che non si sappia dove sia un corridore durante una gara – le parole di Pupp riportate da Radsport News – Non possiamo più fare a meno che l’UCI, o noi stessi organizzatori, faccia qualcosa perché entri in vigore l’obbligo di avere un sistema di sorveglianza attivo in una corsa”.
Senn, direttore di corsa del Giro di Svizzera e coinvolto anche nell’organizzazione dei Mondiali 2024, ha aggiunto: “Noi purtroppo abbiamo imparato la lezione nel modo peggiore possibile. Ora però è inspiegabile che non si sia ancora fatto nulla. Siamo andati sulla Luna 50 anni fa e oggi perdiamo nel nulla un’atleta durante una corsa ciclistica nella civilizzatissima Svizzera. È una cosa che non puoi spiegare. Semplicemente non deve succedere”.
Il dirigente elvetico considera: “Forse l’incidente in sé non può essere prevenuto, ma quello che accade dopo sì. E quello che accaduto qualche settimana fa a Zurigo non deve più succedere. Noi come organizzatori ci muoveremo e non chiederemo il permesso all’UCI per farlo. Certo, ci vuole del tempo, ma crediamo sia un nostro dovere fare il massimo per risolvere la questione e non solo parlarne”.
In attesa dell’Unione Ciclistica Internazionale, comunque, non si vuole perdere tempo: “Noi speriamo che l’UCI porti avanti le sue azioni – le parole di Pupp – Altrimenti faremo noi qualcosa e potrebbe anche essere che le ‘nostre corse’ nel 2025 mettano in atto un sistema comune. E magari qualcun altro si unirà a noi”.
Sul tema si è espresso anche Wegmann, ex corridore: “Non ha senso mettere il sensore GPS solo sulla bicicletta. Se cambi la bici per qualsiasi motivo, quel congegno non serve più. Io, per il Giro di Germania, sono solo il direttore sportivo (l’organizzazione è in capo ad ASO – ndr). Ma posso dire che è l’UCI a dover trovare delle soluzioni, o almeno dare il permesso ad altri perché le implementino. A quel punto, ognuno potrebbe muoversi come meglio crede. Certamente, ci sono molte cose da discutere e da chiarire, perché un simile sistema di controllo creerebbe anche nuove responsabilità e ci sarebbe qualcuno legalmente responsabile del funzionamento del sistema“.
Un primo passo, in tema sicurezza in gara, è in fase di definizione almeno per quel che riguarda il Giro di Svizzera: “Stiamo studiando un sistema che possa inviare alle ammiraglie delle varie squadre le immagini del percorso, con un relativo anticipo, di modo che le informazioni su eventuali pericoli possano essere elaborate per tempo – annuncia Senn – Ora questo viene fatto attraverso radiocorsa, che annuncia a parole eventuali problemi: tenendo conto della lingua (in Svizzera radiocorsa comunica in inglese e in francese – ndr), ci vuole del tempo perché quanto comunicato venga compreso e poi girato ai corridori. Con un sistema ad immagini, questo tempo verrebbe risparmiato. Noi come organizzatori dobbiamo fare in modo di fornire le informazioni migliori possibili, almeno una decina di minuti prima del passaggio dei corridori. Nel caso di una discesa, noi non potremo mai decidere quanto veloce un corridore debba prendere una curva, ma dobbiamo far sì che ogni corridore abbia tutte le informazioni necessarie per affrontare quella curva”.
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