Pagellone 2024, Q-R: Quintana, Riccitello, Rodriguez, Roglič, Rota, Rubio

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Siamo ormai vicini all’inizio della stagione 2025, ma prima di proiettarci verso la nuova annata ci soffermiamo ancora un po’ su quello che è stato il 2024 del ciclismo. Come nostra tradizione, vi proponiamo quindi il Pagellone della stagione conclusasi giusto poche settimane fa: è l’opportunità per ricordare quello che è successo nell’arco dei mesi di gara, con i loro protagonisti più brillanti e con gli atleti che sono invece rimasti sotto le attese. I nomi dei corridori saranno presentanti in ordine alfabetico dalla A alla Z. Inoltre, questo articolo ci permetterà anche di iniziare a pensare a cosa aspettarci dal prossimo anno, tra corridori che saranno chiamati quantomeno a mantenere il livello raggiunto e altri che invece andranno a caccia di prestazioni che possano permettere loro di lasciarsi alle spalle le eventuali amarezze del 2024.

LETTERA M

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 6,5: Una stagione per lunghi periodi opaca viene salvata da alcuni risultati di primissimo livello che ricordano a tutti le qualità del corridore transalpino. I due piazzamenti ad Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi (rispettivamente sesto e settimo posto) sono risultati importanti, ma l’argento conquistato nella prova in linea di Parigi 2024 davanti al pubblico di casa e alle spalle del solo fenomeno Remco Evenepoel sarà un ricordo indelebile nella mente degli appassionati delle due ruote d’oltralpe.

Mirco Maestri (Polti-Kometa), 6: L’esperto corridore azzurro fatica parecchio nella prima metà della stagione, ma riesce a riprendersi in estate dove ottiene qualche piazzamento nonostante il ritiro ai Campionati Italiani e un conseguente stop forzato. Nel finale di stagione riesce a togliersi anche la soddisfazione di conquistare il titolo europeo nella CronoStaffetta Mista con la Nazionale Italiana, portando a casa forse il risultato più importante di tutta la sua carriera.

Filippo Magli (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6: Alla seconda stagione da professionista prova a mettersi in mostra tentando anche qualche fuga e ottenendo qualche buon piazzamento. Proprio nel finale dell’anno conquista un bel quarto posto al Gran Piemonte che gli permette di guardare al 2025 con maggiore fiducia.

Paul Magnier (Soudal-QuickStep), 7,5: Difficile immaginarsi un impatto migliore con il WorldTour per il giovane velocista francese. Trova la vittoria sin dalla prima gara col Wolfpack e da quel momento non smette più di alzare le braccia al cielo, sia a livello Under 23 (tra cui si ricordano due tappe e la classifica a punti del Giro Next Gen) che poi anche tra i professionisti, con le tre impressionanti vittorie al Tour of Britain che fanno da ciliegina sulla torta ad una stagione di primissimo livello. Proprio una caduta nella sesta tappa della corsa britannica mette fine anzitempo alla sua annata, ma dopo quanto fatto vedere in questo 2024 è lecito aspettarsi tantissimo dal 2025 del 20enne di Laredo.

Rafal Majka (UAE Team Emirates), 6: Come da tradizione si conferma uno dei gregari più affidabili del gruppo, guidando Tadej Pogacar alla conquista del suo primo Giro d’Italia. Mezzo punto in meno per la totale assenza di vittorie: non sono il suo compito, ma il Majka degli scorsi anni ci aveva abituato a giornate da leggenda che in questa stagione, invece, non sono arrivate.

Martin Marcellusi (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6: Stagione con diversi piazzamenti, ma senza quella giornata d’oro che gli avrebbe permesso di vincere la sua prima corsa da professionista. Incentra la sua preparazione sul Giro d’Italia, ma non riesce mai a mettersi in mostra nelle tre settimane, evidenziando un po’ di inesperienza ad altissimi livelli.

Jakub Mareczko (Team corratec-Vini Fantini), 5,5: Dopo un 2023 sotto le aspettative l’esperto velocista azzurro torna in questo 2024 ad aggiornare la colonna dei successi in carriera, toccando quota 50. Nel complesso, però, la sua annata non può dirsi positiva visti i ben pochi lampi nonostante un calendario fatto per lo più di corse di secondo livello che, inoltre, non riesce quasi mai a portare a termine.

Guillaume Martin (Cofidis), 6: Dopo tanti anni in cui ha rappresentato una delle speranze francesi per le corse a tappe, l’esperto scalatore francese sembra ormai essersi riconvertito in un attaccante, non riuscendo però a dare quasi mai l’impressione di poter lottare per la vittoria. Raccoglie comunque diversi piazzamenti e due top-15 in classifica generale a Tour e Vuelta, ma non riesce a trovare la sua giornata di gloria. Il prossimo anno si apriranno per lui le porte della Groupama – FDJ, l’ennesima formazione francese della sua carriera. Che sia l’occasione per andare alla caccia di quella tappa al Tour tanto agognata?

Daniel Felipe Martinez (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Voto che rappresenta una media tra l’8 della prima metà di stagione e il 5 della seconda metà. Partito alla grande col titolo colombiano a cronometro e una Volta ao Algarve corsa tra gli assoluti protagonisti, lo scalatore colombiano si presenta al Giro d’Italia con il ruolo di capitano e si pone come avversario più credibile di Tadej Pogacar. Il secondo posto a Roma rappresenta il massimo che poteva chiedere alla sua Corsa Rosa considerando l’assoluto dominio dello sloveno, anche se rimane il rammarico di non essere riuscito a conquistare neanche una tappa (nonostante i quattro podi). Dopo il meritato riposo estivo non riesce più a ritrovare la migliore condizione raccogliendo danti DNF e pochi risultati, riuscendo però a coadiuvare Primoz Roglic nella conquista della Vuelta.

Enric Mas (Movistar), 6,5: Tanti piazzamenti, ma zero vittorie per lo scalatore spagnolo. Sempre impegnato in corse WorldTour, il nativo di Artà si conferma uno dei corridori più costanti quando la strada sale, ma non riesce mai a trovare quella spinta in più che gli possa permettere di alzare le braccia al cielo. Chiude in top-10 il Giro di Catalogna, il Giro di Romandia e il Giro di Svizzera prima di sparire quasi totalmente al Tour e di rinascere, come spesso gli capita, sulle strade di casa della Vuelta. Proprio nel GT spagnolo trova la migliore condizione stagionale, risultando spesso l’ultimo a cedere sotto gli attacchi di Primoz Roglic, ma senza mai riuscire ad anticipare lo sloveno sul traguardo.

Fausto Masnada (Soudal-QuickStep), 5,5: Poco da salvare nello sfortunato 2024 del 31enne di Bergamo, che, complici alcuni problemi fisici e anche una brutta caduta al Giro di Svizzera che ne compromette la fase centrale della stagione, non ha mai la possibilità di mettersi in mostra e non sempre riesce a supportare i compagni di squadra.

Marius Mayrhofer (Tudor Pro Cycling Team), 5,5: Il giovane corridore tedesco incappa in una stagione meno convincente rispetto a quella 2023, faticando anche a trovare piazzamenti specialmente nelle corse più importanti. Se l’anno scorso il Giro d’Italia aveva rappresentato un’ottima occasione per mettersi in mostra, in questo 2024 diventa più un calvario fino al ritiro poco prima di metà percorso. L’età, però, gli sorride e la prossima stagione gli offrirà sicuramente numerose occasioni per ritornare sulla giusta strada.

Daniel McLay (Arkea-B&B Hotels), 5: Partito bene con un buon piazzamento al Tour Down Under, il velocista britannico non riesce mai a trovare la gamba giusta, vivendo una stagione lontanissima dalle posizioni che contano e più ricca di delusioni che di soddisfazioni.

Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 7,5: Annata da ricordare per lo statunitense, che conferma di essere uno dei migliori regolaristi in circolazione. Raccoglie dieci successi rendendosi partecipe anche di alcune settimane straordinarie come quella della Parigi-Nizza, persa solo all’ultima frazione dopo aver indossato la Maglia Gialla, e riesce anche a togliersi la soddisfazione di indossare la prima Maglia Rossa della Vuelta a España conquistando la crono inaugurale di Lisbona. Rimane forse un po’ di rammarico per non essere riuscito a centrare il podio in nessuno dei due grandi eventi stagionali a cronometro (quinto posto alle Olimpiadi e deludente decimo ai Mondiali), ma obiettivamente non era facile.

Jordi Meeus (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7: Prosegue la parabola ascendente del veloce corridore belga, che porta a termine quella che è probabilmente la migliore stagione della sua carriera. Pur mancando un exploit equiparabile alla vittoria dei Campi Elisi dello scorso anno, infatti, nel 2024 il nativo di Lommel riesce ad essere ancora più costante, ottenendo due vittorie, numerosi podi (tra cui un terzo posto alla Gent-Wevelgem) e altrettanti piazzamenti in top-5. Il gap sempre meno marcato con i grandi velocisti mondiali lascia ben sperare per la prossima stagione, dove sicuramente sarà uno dei nomi da tenere d’occhio non solo nelle volate che contano, ma anche nelle classiche meno impegnative.

Tim Merlier (Soudal-QuickStep), 8: Stagione da incorniciare per il velocista belga, che si dimostra ancora una volta tra i top-3 mondiali. Tre tappe al Giro, Nokere Koerse e Scheldeprijs sono solo alcuni dei risultati del 32enne, che riesce a conquistare anche il titolo europeo davanti ai migliori sprinter del panorama internazionale. Con le sue prestazioni riesce a far titubare la squadra, che potrebbe decidere di garantirgli una nuova chance al prossimo Tour de France, dove manca dal 2021 e dove potrebbe diventare uno dei grandi favoriti per la Maglia Verde e per la prima Maglia Gialla.

Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), 6: Stagione non iniziata alla grande e che sembra destinata al dimenticatoio, ma che nel finale cambia completamente di volto grazie anche ad un inatteso 10° posto a Il Lombardia. Queste giornate di grazia sono spesso il suo marchio di fabbrica, chissà che la prossima stagione non lo si possa vedere nuovamente alzare le braccia al cielo.

Luke Mezgec (Team Jayco AlUla), 5,5: Poco da dire sul 2024 del velocista sloveno, che si vede molto poco in prima persona e, rispetto alle ultime annate, anche in supporto ai compagni di squadra.

Jonathan Milan (Lidl-Trek), 8,5: Ormai stabilmente tra i migliori velocisti del mondo, il possente friulano si porta a casa tante soddisfazioni e ben undici vittorie in questo 2024. Spiccano ovviamente le tre ottenute al Giro d’Italia, dove conquista nuovamente la Maglia Ciclamino, oltre alle due tappe alla Tirreno-Adriatico e le due al Renewi Tour, spesso davanti ad alcuni dei più forti sprinter in circolazione. Il classe 2000, però, non si mette in evidenza solo nelle volate, ma ottiene buoni risultati anche nelle classiche del Nord, affrontate con spirito offensivo. Ciliegina sulla torta è lo splendido oro (con record del mondo) ottenuto ai Mondiali nell’inseguimento individuale, che si aggiunge al bronzo conquistato con il quartetto alle Olimpiadi, mentre l’unico rimpianto rimane l’Europeo su strada, dove sono mancati gli ultimi 250 metri per poter lottare per un risultato importante.

Lorenzo Milesi (Movistar), 6: Qualche buon piazzamento a cronometro e la vittoria sfiorata al Memorial Pantani, dove mette in evidenza anche un bello spunto, nella stagione del 22enne, che ha avuto soprattutto modo di fare esperienza correndo e portando a termine il Giro d’Italia, che a conti fatti è stato il suo primo GT dato che, alla Vuelta dello scorso anno, abbandonò dopo poche tappe per via di una caduta.

Matej Mohoric (Bahrain Victorious), 5: Da un corridore come il 30enne sloveno, capace di grandi cose negli scorsi anni, ci si aspetta sempre molto, ma in questo 2024 le cose non hanno funzionato quasi mai. A parte due vittorie minori e qualche piazzamento nelle classiche di primavera, il vincitore della Milano-Sanremo 2022 non è quasi mai riuscito a essere protagonista, con il punto più basso raggiunto al Tour de France, che trascorre per lo più nelle retrovie.

Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), 5,5: In una squadra priva di velocisti, spettava al colombiano, capace spesso di cavarsela bene anche senza un treno a sua disposizione, provare a gettarsi nella mischia in volata, ma i risultati sono stati lontani da quelli ottenuti nelle scorse stagioni. Un paio di piazzamenti al Giro e la vittoria a fine anno in una tappa della Cro Race non bastano per raggiungere la sufficienza.

Rudy Molard (Groupama-FDJ), 6: A lungo lontano dalle corse a causa di una brutta commozione cerebrale riportata dopo una caduta avvenuta al Tour Down Under di inizio anno, l’esperto transalpino riesce comunque a dare il suo apporto alla squadra guadagnando punti grazie a qualche buon risultato, il più importante dei quali è sicuramente il terzo posto ottenuto al GP de Québec.

Bauke Mollema (Lidl-Trek), 6: Anche se, a causa soprattutto dell’età che avanza, i risultati non sono più quelli di una volta, il neerlandese continua comunque a ottenere qualche buona prestazione. Lasciando per la prima volta da parte i Grandi Giri, il 38enne ha raccolto alcuni piazzamenti in corse di un giorno anche importanti (7° alla Amstel, 13° alla Liegi, 6° al GP de Québec e 12° sia ai Mondiali che a Il Lombardia), evidenziando ancora una volta doti di costanza e regolarità.

Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), 5: Poche top-10 e zero podi per il belga, che riesce a ottenere risultati solo in alcune corse di secondo piano (oltre a qualche fuga, ma senza piazzamenti, alla Vuelta), nelle quali comunque fatica ad avvicinarsi alla vittoria. A quasi 27 anni proverà a svoltare cambiando squadra, unendosi alla Cofidis.

Michael Mørkøv (Astana Qazaqstan), 6: Nella sua ultima stagione, il danese aveva l’obiettivo di scortare Cavendish alla caccia del suo 35° successo al Tour e di provare a conquistare una medaglia alle Olimpiadi. Missione compiuta in entrambi i casi, con l’aggiunta, oltre al bronzo olimpico nella Madison, di un bronzo mondiale nella stessa gara, sempre in coppia con Niklas Larsen.

Jacopo Mosca (Lidl-Trek), 6: Tantissimo lavoro “oscuro” per il 31enne, che si vede principalmente nella prima metà delle gare. Per lui anche la soddisfazione di vestire la maglia della nazionale nella prova in linea dell’Europeo, che corre in maniera perfetta.

Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), sv: Ancora una volta, la sfortuna e un brutto infortunio lo costringono a un lungo periodo senza gare. Un peccato visti i buoni piazzamenti ottenuti soprattutto tra maggio e giugno, che con un pizzico di regolarità in più potrebbero trasformarsi in belle vittorie.

Gianni Moscon (Soudal-QuickStep), 5,5: L’approdo nel Wolfpack faceva sperare in un suo rilancio, ma il trentino non è riuscito a uscire dalla spirale negativa presa da ormai alcune stagioni. Buono, però, il lavoro svolto in favore della squadra, in particolare al Tour in supporto a Evenepoel.

Luca Mozzato (Arkea-B&B Hotels), 6,5: L’azzurro è protagonista principalmente in primavera, dove ottiene un successo (l’unico della sua annata) alla Bredene Koksijde Classic davanti ad alcuni velocisti di livello e diversi bei piazzamenti. Di questi, il più prestigioso è sicuramente il secondo posto conquistato al Giro delle Fiandre, che da solo vale l’intera stagione. Nella seconda metà, invece, non riesce più a trovare il colpo di pedale giusto.

Gregor Mühlberger (Movistar), 6: Pochi i risultati personali, anche se sfiora la vittoria in un paio di occasioni (come alla Coppa Sabatini), ma soprattutto si spende a favore dei compagni di squadra in qualità di gregario, ruolo che ormai ha fatto suo.

LETTERA N

Tim Naberman (Team dsm-firmenich PostNL), 5: Alla seconda stagione da professionista, sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più. Il 25enne neerlandese rimane invece stabilmente nelle retrovie del gruppo senza riuscire mai a raccogliere granché.

Oliver Naesen (Decathlon AG2R La Mondiale), 6: Il 2023 aveva fatto presagire le ultime pedalate sul viale del tramonto, ma il belga ha saputo tornare protagonista, soprattutto sulle strade delle amate Classiche del Nord. Il quarto posto alla Omloop Het Nieuwsblad e il settimo al Fiandre sono spunti di qualità nell’ambito di una parte di calendario affrontata con il giusto piglio. Dopo un Tour de France portato a termine senza particolari sussulti, si concede qualche altro buon risultato nelle semiclassiche di fine stagione.

Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), 7: Solo battere Tadej Pogačar su un traguardo che lo sloveno aveva puntato varrebbe un bel foto. Il successo nella prima tappa del Giro d’Italia, oltre a valere anche delle foto da conservare in Maglia Rosa, ha proiettato l’ecuadoriano in una nuova dimensione, ma risultati di qualità c’erano stati anche prima della vittoria di Torino. Per rimanere al 2024, era arrivato il secondo posto finale al Tour Down Under e l’ottima prova alla E3, chiusa al sesto posto. Un incidente lo ha tagliato fuori dal resto delle classiche, ma la condizione, rimasta ottima, gli ha consentito di fare ottime cose al Giro: la Maglia Rosa, appunto, ma anche tante altre azioni interessanti. Ci ha riprovato alla Vuelta, rimanendo però sotto il livello toccato in primavera; prima però era arrivato un quinto posto, molto positivo, alla Clasica San Sebastián.

Krists Neilands (Israel-Premier Tech), 5,5: Rimane corridore votato agli attacchi, ma il suo fatturato è più basso rispetto a quello delle stagioni recenti, anche solo in termini di presenza in testa alle varie corse. I picchi della sua stagione sono il 16esimo posto alla Strade Bianche e un settimo in una tappa al Tour de France.

Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team), 5,5: In una stagione iniziata in ritardo, a causa di un incidente patito negli ultimi giorni del 2023, e costellata da diversi problemi, qualcosa è comunque riuscito a portare a casa. La vittoria è arrivata sulle strade del Sibiu Tour, mentre qualche buon piazzamento è maturato fra Vuelta a Burgos, Vuelta a Castilla y Leon e Giro di Danimarca. Lui e la squadra speravano però in parecchio di più e vorranno sicuramente provare a fare meglio nel 2025.

Domen Novak (UAE Team Emirates), 6,5: Votato esclusivamente alla causa del compagno, e connazionale, Tadej Pogačar, fa tutto quello che gli viene chiesto di fare, e lo fa bene. Festeggia il successo di squadra al Giro d’Italia e si toglie anche lo sfizio di vincere il titolo nazionale sloveno in linea.

Thibau Nys (Lidl-Trek), 7,5: Pedalata dopo pedalata, gara dopo gara, il belga è pronto per spiccare il volto e per provare a sfidare i grandissimi nomi del ciclismo attuale. In 34 giorni di corsa, porta a casa 8 vittorie, lasciando il segno in tutte le brevi corse a tappe affrontate: primeggia infatti una volta al Romandia, due volte all’Ungheria (imponendosi anche nella generale), una volta allo Svizzera, una volta al Norvegia e ben tre tre volte al Polonia, confermandosi talento scintillante, soprattutto in finali mossi e difficili da interpretare. Anche il quinto posto alla Bretagne Classic è piazzamento tutt’altro che trascurabile.

LETTERA O

Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale), 8: Stagione migliore anche delle più rosee aspettative per l’australiano che parte subito vincendo la Vuelta a Murcia prima di conquistare un secondo posto (più vittoria di tappa sul tradizionale arrivo in salita di Jabel Jais) all’UAE Tour. Pur senza particolari exploit, al Giro d’Italia conferma la sua costanza concludendo la Corsa Rosa al quarto posto in classifica (dopo essere stato quinto alla Tirreno e secondo al Tour of the Alps). Ma se già con questi risultati la stagione poteva essere considerata positiva sono gli ultimi due mesi dell’anno a portare il 2024 di O’Connor ad un altro livello. Grazie ad una fuga bidone, che gli permette anche di vincere una tappa, sfiora la vittoria finale alla Vuelta a España, chiudendo poi secondo e ripreso solo a tre giorni dal termine da Primoz Roglic. Non ancora appagato, si prende anche due medaglie ai Mondiali di Zurigo: l’oro nella cronosquadre mista e uno spettacolare argento nella prova in linea.

Stefano Oldani (Cofidis), 6: Pochi momenti da ricordare nel 2024 del velocista milanese. Riesce a conquistare qualche piazzamento nei cinque ma non è mai nella lotta per le vittorie, fallendo malamente anche l’appuntamento con il Giro d’Italia, dove si ritira dopo metà percorso. Può fare di meglio.

Ivo Oliveira (UAE Team Emirates), 6: Stagione con qualche piazzamento per il portacolori della formazione emiratina che, anche in un anno d’oro per la sua formazione, non riesce a togliersi la soddisfazione della vittoria, mancando anche la selezione per tutti e tre i Grandi Giri.

Rui Oliveira (UAE Team Emirates), 7: A differenza del fratello riesce ad entrare nella squadra per il Giro d’Italia, fornendo il suo importante apporto alla prima parte dell’impresa di Tadej Pogacar. Se anche per lui manca la vittoria su strada, il 2024 rimarrà in ogni caso un anno da ricordare grazie all’eccezionale oro olimpico conquistato a Parigi nella madison insieme al connazionale Iúri Leitão.

LETTERA P

Mark Padun (Corratec-Vini Fantini), 5: Lo scorso inverno aveva fatto un passo indietro, scendendo di categoria, per provare a rilanciarsi, ma il 2024 del 28enne ucraino si limita a quattro corse, peraltro non portate a termine, e a un totale di soli sei giorni di gara. Probabilmente, per via di quanto accade nel suo paese da quasi tre anni, mancano le motivazioni per continuare a impegnarsi e, a questo punto, magari anche per proseguire la carriera.

Aurélien Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7: Il più grande dei fratelli Paret-Peintre ha confermato ancora una volta di essere un baroudeur di grande talento. In questo 2024 è stato capace di vincere una tappa al Tour of the Alps ma anche di piazzarsi al quinto posto di una classica monumento impegnativa come la Liegi-Bastogne-Liegi. Soddisfacenti anche i numerosi altri piazzamenti in Top-5 in corse di un giorno e brevi corse a tappe.

Valentin Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7,5: Per il 23enne questo è stata la definitiva consacrazione come scalatore vincente ed affidabile. Il corridore transalpino è riuscito a correre un Giro d’Italia da assoluto protagonista, con la bellissima vittoria di tappa a Bocca di Selva e il secondo posto dietro al cannibale Pogacar a Bassano del Grappa e poi è stato fondamentale in veste da gregario per la conquista del podio della Vuelta a España del suo capitano Ben O’Connor.

Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 6: Il 24enne lombardo ha avuto un’altra stagione tutto sommato positiva, ma non è però stato in grado di proseguire la parabola ascendente che in molti si aspettavano da lui dopo le tante cose buone viste nel 2023. Gli è mancata la vittoria, ma ci sono state diverse corse in cui ha chiuso tra i migliori e aumentando il suo bagaglio di esperienza in vista delle prossime promettenti stagioni.

Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious), 6: Il 2024 di Pasqualon è stato nel segno del gregariato. Nonostante il tanto lavoro del 36enne per i compagni soprattutto nelle volate di gruppo, non c’è stata per lui occasione per mettersi in mostra come invece era riuscito a fare negli anni precedenti. La sua enorme esperienza è comunque preziosa sia per lui che per i suoi capitani.

Mads Pedersen (Lidl-Trek), 8,5: Il danese ha corso una stagione fantastica. Le vittorie e i podi, conquistati o sfiorati, sono stati davvero tanti e in corse di primissimo livello. Oltre alle 11 vittorie stagioni a titolo personale in classiche come Gent-Wevelgem e corse a tappe prestigiose come il Giro del Delfinato, sono arrivati anche i podi alla Parigi-Roubaix e il quarto posto alla Milano-Sanremo. Due prestazioni che gli hanno fatto venire ancora più fame di conquistare una meritatissima monumento.

Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 7,5: Anche se la vittoria non arriva, riesce a mettere in mostra tutto il suo talento, superando anche alcuni momenti difficili. Protagonista nella terza settimana del suo primo Giro d’Italia, il talento marchigiano mostra grandissime qualità in salita che si spera in poco tempo possano portarlo su grandi traguardi.

Paul Penhoet (Groupama-FDJ), 6: Eredita le redini del treno della squadra, ma le sue grandi ambizioni si scontrano con la sfortuna. L’esordio stagionale a maggio inficia le possibilità di far bene, anche se lui riesce comunque a cogliere da subito tanti piazzamenti che comunque danno fiducia e ne confermano le qualità.

Davide Persico (Bingoal WB), 6,5: La prima stagione da professionista del fratello d’arte di Silvia si apre con una vittoria sfiorata, che arriverà poi nel corso dell’anno. Il suo spunto veloce e la buona resistenza ne fanno un corridore che potrebbe togliersi qualche bella soddisfazione.

Simone Petilli (Intermarché-Wanty), 6: Segnata da un’infortunio nelle prime fasi dell’anno, la sua stagione finisce per essere interamente a servizio della squadra, faticando a trovare maggiore spazio e una dimensione diversa.

Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), 9: Altra stagione di altissimo livello per il belga, ormai ben più che il numero due della Alpecin-Deceuninck. Il successo alla Milano-Sanremo lo porta definitivamente in una dimensione superiore, che il confermato secondo posto alla Parigi-Roubaix non fa che ribadire. Peccato per la mancata conferma in verde al Tour de France, ma vince comunque tre tappe per un totale di nove successi stagionali, tra i quali anche un’altra classica WorldTour come la Bruges-De Panne.

Riley Pickrell (Israel-Premier Tech), 6,5: Al primo anno tra i grandi, il neoprofessionista canadese conferma subito le sue qualità conquistando una bella vittoria e qualche altro discreto piazzamento.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 8: Vero che nel suo 2024 ci sono un paio di passaggi a vuoto non da poco, ma d’altro canto conquista anche una classica prestigiosa come la Amstel Gold Race e nelle classiche è ancora una volta tra i migliori nell’arco di gran parte della primavera, mischiando i terreni come in pochi sanno fare, e anche in autunno sembra pronto a dire la sua. Nel mezzo, in estate si era preso peraltro anche il secondo oro olimpico in MTB, specialità in cui si prende anche il bronzo mondiale e qualche vittoria sparsa nell’anno.

Davide Piganzoli (Polti-Kometa), 7,5: Stagione di grande crescita per il promettente scalatore valtellinese, che alla sua seconda annata tra i professionisti ha fatto esperienze importanti ed è stato in grado di cogliere i primi risultati. Al di là delle vittorie (tappa e classifica finale) al Tour of Antalya, è certamente da sottolineare il 13° posto finale al suo primo Giro d’Italia, al termine di tre settimane senza grossi acuti, ma sicuramente di grande costanza. Nel finale di 2024 arriva anche la soddisfazione di salire sul podio di un Giro dell’Emilia ricco di campioni alle spalle di Pogacar e Pidcock.

Alessandro Pinarello (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6,5: In un’annata divisa ancora tra U23 e professionisti, il 21enne fa vedere buon cose in entrambe le categorie. Nella prima, il successo al Palio del Recioto, diversi altri piazzamenti in gare di un giorno e il nono posto finale al Giro Next Gen, nella seconda chiude solamente alle spalle di Piganzoli il Tour of Antalya e si mette in evidenza nelle classiche italiane di fine stagione. C’è ovviamente ancora da lavorare, ma le premesse sono incoraggianti.

Laurence Pithie (Groupama-FDJ), 7,5: Più di un velocista, il talento neozelandese si ritaglia subito uno spazio importante in squadra, sfruttando le ottime doti di resistenza. Capace anche di correre in modo generoso e offensivo, anche nel Nord trova il modo di farsi notare e cogliere risultati che ne fanno una delle rivelazioni dell’anno e promesse per il futuro.

Luke Plapp (Team Jayco AlUla), 5,5: Stagione con più bassi che alti per il 23enne australiano, che è stato anche poco fortunato in alcuni momenti chiave dell’anno. Il sesto posto finale alla Parigi-Nizza e un Giro d’Italia abbastanza buono, sebbene condizionato da qualche problema di salute, le note maggiormente positive, ma sembra ancora mancargli qualcosa per poter competere stabilmente ad alti livelli.

Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Difficile trovare parole che non siano già state dette per descrivere l’incredibile stagione (forse la migliore di sempre nel ciclismo) vissuta dal fenomeno sloveno, entrato ormai di diritto tra i migliori corridori di sempre. Vince praticamente quasi ogni volta che attacca il numero sulla schiena, e lo fa con grandi imprese da lontano, come gli 80 chilometri di attacco alla Strade Bianche, i 48 al Lombardia e i 101 al Mondiale di Zurigo. Oltre alla prima maglia iridata (e a due classiche Monumento), il 26enne riesce anche a conquistare il successo finale a Giro d’Italia e Tour de France, realizzando così la doppietta che mancava dal Pantani del 1998 e completando un tris riuscito nella storia solo a Merckx e Roche.

Nils Politt (UAE Team Emirates), 8: Tanti chilometri al vento per il passistone tedesco, che per gran parte dell’anno si mette a disposizione dei compagni di squadra, risultando importante, con il suo lavoro, per Pogacar al Tour de France. Il 30enne trova però anche il modo di mettersi in evidenza in prima persona nelle classiche del Nord, dove sono assolutamente da sottolineare il terzo posto ottenuto al Fiandre e il quarto alla Roubaix.

Max Poole (Team dsm-firmenich PostNL), 7: In un’annata spezzata da un infortunio, trova comunque modo nel finale di stagione di raccogliere le sue prime vittorie da professionista, nonché di correre da grande protagonista la Vuelta a España, finendo per inanellare una lunga serie di fughe e piazzamenti che promettono bene per il futuro.

Neilson Powless (EF Education-EasyPost), 6,5: Non la sua stagione migliore, ma esce bene dalle difficoltà di una primavera sfortunata per vivere un buon finale di stagione dopo aver fatto nuovamente girare la gamba in un Tour nel segno del vorrei ma non posso. Dopo i buoni piazzamenti a San Sebastian, Québec e Bernocchi, la splendida conquista del Gran Piemonte, dove corona una lunga azione solitaria, è l’apice di una stagione che poi chiude con il successo alla Japan Cup, dopo un’altra buona top-10 al Lombardia. Per come si erano messe le cose, non è poco.

Domenico Pozzovivo (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6,5: L’ultimo anno probabilmente non va come sperato, anche se non è mancato qualche buon momento e qualche piazzamento, oltre alla soddisfazione di eguagliare il record di Wladimiro Panizza di 18 partecipazioni al Giro d’Italia. Fortunatamente, invece, sono mancate le cadute e gli infortuni che hanno spesso caratterizzato la carriera del 42enne lucano, che ha potuto così concludere degnamente, al termine de Il Lombardia, la sua ventesima e ultima stagione tra i professionisti.

Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), 5,5: Sembrava poter essere una delle nuove promesse del movimento kazako, ma l’atteso salto di qualità continua a non arrivare. Anzi, quest’anno è sembrato anche faticare più rispetto alle ultime annate, in cui comunque aveva mostrato segnali a cui aggrapparsi.

Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers), 6: Come sempre, tanto lavoro in favore dei compagni di squadra per il 35enne, veterano della formazione britannica, anche se si vede un po’ meno in testa al gruppo dato che, ultimamente, la sua squadra è meno presente nelle prime posizioni.

LETTERA Q

Nairo Quintana (Movistar), 5,5: Il 34enne colombiano, lontano parente dello scalatore micidiale di quale anno fa, è comunque riuscito a completare la sua prima stagione da professionista dopo il caso tramadol. Per lui due grandi giri portati a termine, con una vittoria di tappa sfiorata nella 15esima frazione del Giro d’Italia, battuto dal solo Tadej Pogačar. Le aspettative, però, erano più alte, considerata soprattutto una Vuelta in cui avrebbe avuto anche margini di manovra e nell’ambito della quale invece non si è mai visto.

LETTERA R

Darren Rafferty (EF Education-EasyPost), 6: Promessa di cui parla molto bene, chiude la sua stagione da neoprofessionista con il titolo nazionale in linea e alcuni buoni piazzamenti,  come il sesto posto al Trofeo Laigueglia e il secondo posto nella cronometro di apertura della O Gran Camiño. Non ha brillato per continuità, ma il tempo è sicuramente dalla sua parte.

Jhonatan Restrepo (Polti-Kometa), 5,5: A un brillante inizio di stagione, fra Tour Colombia e Tour du Rwanda, fanno seguito mesi con pochi spunti. Un problema al ginocchio lo condiziona per parecchie settimane e finisce per archiviare il suo 2024 in calando, fatta eccezione per un quinto posto ottenuto in una tappa della Vuelta Asturias.

Valentin Retailleau (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6: Il 24enne francese quest’anno è riuscito a portarsi a casa la prima vittoria tra i professionisti, con un colpo da vero finisseur alla Boucles de la Mayenne nel mese di maggio, dopo l’ottimo settimo posto nella seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi. Poi per lui tanta gavetta ed esperienza e un finale di stagione in cui non ha praticamente mai corso.

Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), 6,5: Il possente corridore belga conferma quanto di buono fatto la scorsa stagione e continua il suo percorso di crescita con un 2024 da protagonista, soprattutto nelle Classiche del Nord, che sono ormai sua specialità prediletta. Molto importanti per il 25enne la vittoria alla Le Samyn e il sesto posto alla Omloop Het Nieuwsblad, risultati che lo confermano fra gli atleti più interessanti, anche in prospettiva futura, per le gare sui ciottoli.

Matthew Riccitello (Israel-Premier Tech), 6,5: Il giovane statunitense si è rivelato quest’anno uno scalatore sempre più solido e scattante. Il 22enne di Tucson ha fatto vedere ottime cose sulle salite del Giro di Svizzera, chiuso al quinto posto dopo una serie di piazzamenti di prestigio, ma anche all’UAE Tour e alla Vuelta a España, dove è stato in grado diverse volte di tenere le ruote dei migliori grimpeur al mondo.

Carlos Rodríguez (Ineos Grenadiers), 7: Per il giovane spagnolo è stato un’altra stagione positiva sì, ma non completamente soddisfacente. Le cose migliori sono arrivate nel contesto delle brevi corse a tappe: al Giro dei Paesi Baschi ha vinto una tappa ed ha chiuso al secondo posto nella generale, al Giro di Romandia è arrivato l’importante successo finale e al Giro del Delfinato è stato uno dei corridori più brillanti in gara, vincendo la durissima ultima tappa e terminando la competizione ai piedi del podio. Pareva tutto molto promettente, ma al successivo di Tour de France è rimasto in secondo piano, rispetto ai migliori. Le cose sono state anche meno lucenti alla Vuelta a España, dove, di fatto, l’iberico è sempre rimasto ai margini della lotte più rilevanti. In fin dei conti, però, rimane uno dei corridori più prolifici della sua squadra.

Cristian Rodríguez (Arkea-B&B Hotels), 6,5: Si conferma corridore molto importante per la squadra francese. Le sue qualità da scalatore regolarista gli permettono di portare a casa diversi piazzamenti importanti e al Tour de France indossa anche i panni dell’attaccante, con discreti risultati. Alla Vuelta, invece, si dedica alla classifica e chiude al 13esimo posto, replicando esattamente il piazzamento del 2023.

Primož Roglič(Red Bull-Bora-hansgrohe), 8,5: C’erano tanti dubbi sulla sua capacità di lasciare il segno fuori da casa-Visma. E invece, lo sloveno ha dato una nuova dimostrazione di classe, andando a vincere la quarta Vuelta a España della carriera. L’attacco da lontano di O’Connor lo ha messo in una situazione non facile, ma i nervi sono rimasti saldi e, di tappa in tappa, il campione 35enne è riuscito a confezionare il quinto successo in un Grande Giro della sua carriera. Nella prima annata in maglia Red Bull, inoltre, è arrivata anche la vittoria finale al Giro del Delfinato, tutt’altro che trascurabile. Rimane il rimpianto per la caduta che lo ha tolto di mezzo dal Tour de France, dove avrebbe potuto lottare, quantomeno, per un posto sul podio. Gli anni passano, i colori cambiano, ma lui rimane una garanzia. 

Javier Romo (Movistar), 6,5: Il cambio di maglia gli ha fatto più che bene, tanto da risultare uno dei corridori più continui, seppure senza particolari picchi, della sua squadra. Accumula piazzamenti fin dalla Volta Valenciana, corre con buon piglio il Tour de France e rimane presenza affidabile anche a fine estate, quando raccoglie il quarto posto al Gp Larciano e il settimo al Giro della Toscana. Dopo diversi infortuni, sembra aver trovato la direzione giusta per provare ad eccellere.

Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), 6,5: Nelle corse di un giorno è ormai una garanzia, anche se nel 2024 gli è mancato il lampo che potessi dare una luce più forte a tutta l’annata. Finisce spesso nelle prime pagine degli ordini d’arrivo, salendo sul podio al Campionato italiano e rimanendo comunque costante fino alla fine della stagione. Un po’ di rammarico per il ritiro cui è stato costretto alla Vuelta, corsa in cui gli spazi per un attaccante con la sua determinazione non sarebbero mancati.

Luke Rowe (Ineos Grenadiers), 5: Una mesta stagione di addio, che di fatto lo ha visto in sella in pochissime occasioni e che non gli ha consentito di scostarsi dalla traiettoria di declino già imboccata. L’ambiente in squadra non deve essere, alla fine, stato dei migliori, dato che il gallese rimarrà sì nel ciclismo, con il ruolo di direttore sportivo, ma alla Decathlon-Ag2R.

Einer Rubio (Movistar), 6,5: Il meglio della sua stagione matura al Giro d’Italia, chiuso dal colombiano con un più che rispettabile settimo posto finale. Dover tenere d’occhio la classifica generale lo ha però tenuto lontano dalla caccia ai successi di tappa, che invece gli era ben riuscita in passato. Porta poi a termine la Vuelta a España senza alcun sussulto, rimanendo costantemente lontano dall’azione. Qualche discreto piazzamento, anche in corse di un giorno, frutta comunque qualche decina di punti preziosi per la squadra.

Archie Ryan (EF Education-EasyPost), 6,5: Il neopro’ irlandese lancia tanti segnali interessanti, soprattutto fra brevi corse a tappe e classiche dal percorso movimentato. Lotta per la vittoria finale alla Settimana Coppi e Bartali (finirà secondo), chiude quinto il Giro di Germania e accumula prestazioni di buon livello anche nell’autunno italiano, fra Giro dell’Emilia e Il Lombardia. Il percorso di crescita pare ben tracciato, da vedere se riuscirà a tenere fede alle promesse nelle prossime annate.


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