Assieme a Coppi e Bartali al momento della foto più famosa del ciclismo, Bernardo Ruiz racconta chi ha passato la borraccia

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Il ciclismo, specialmente quello di qualche anno fa, è uno sport da sempre considerato eroico. Uomini che si spingono oltre i loro limiti per competere sulle salite e sulle strade più iconiche di tutto il mondo e che, specialmente in passato, affrontavano intemperie di tutti i tipi per raggiungere il traguardo. Proprio per questo motivo nell’immaginario collettivo alcune immagini legate al ciclismo del passato sono rimaste impresse e rappresentano tutt’oggi, a decine di anni di distanza, dei veri e propri cimeli la cui storia viene tramandata da generazioni.

Tra queste immagini forse la più emblematica è quella che ritrae Fausto Coppi e Gino Bartali impegnati nello scambiarsi una borraccia, foto che oltre a ritrarre insieme due dei più grandi corridori della storia trasmette anche una bellissima immagine di sportività. Non tutti, però, conoscono l’origine di questa fotografia: lo scatto originale, infatti, è stato pubblicato il 10 luglio 1952 dalla rivista Ciclismo Illustrato. Come si può vedere dalle ombre dietro Coppi e Bartali, inoltre, nell’inquadratura non appaiono alcuni corridori che invece erano proprio insieme ai due italiani durante l’ascesa al Col du Télégraphe. Solo nel 2020, grazie al lavoro di Carlo Delfino, Presidente Onorario della Nova Unione Velocipedistica Italiana, è stato ritrovato l’originale della foto in cui compare anche un terzo corridore, il belga Stan Ockers.

Ripercorrendo la storia dello scatto più iconico del ciclismo, si è scoperto che nel gruppo di Coppi e Bartali, in quel momento impegnato all’inseguimento del francese Jean Le Guilly, in fuga solitaria, c’erano anche altri corridori: il transalpino Raphaël Géminiani, un secondo belga, Alex Close, nonché due corridori spagnoli, ossia Antonio Gelabert Amengual e Bernardo Ruiz. Proprio quest’ultimo, che quel giorno concluse la tappa al secondo posto, ad oltre sette minuti dal vincitore Fausto Coppi e che recentemente ha compiuto 100 anni, ha raccontato la sua versione rispondendo alla domanda su chi abbia effettivamente passato la borraccia a chi.

“Eravamo molto provati dopo aver scalato la Croix de Fer, per me una delle salite più difficili – racconta lo spagnolo a El Mundo – Coppi era stanco, aveva finito l’acqua e non ci era permesso fare rifornimento in salita. Allora l’allenatore italiano [Alfredo Binda], che guidava Coppi e Bartali, superò il nostro piccolo gruppetto e consegnò una bottiglia d’acqua (non una borraccia) a una ragazza sul ciglio della strada per darla a Coppi. ‘Quando i corridori arrivano, la dai al corridore in giallo’, le disse. Ma la donna, francese, probabilmente ha frainteso quanto le era stato detto e l’ha data al corridore in maglia verde, Gino Bartali. ‘A quello in giallo, a quello in giallo’, gridò l’allenatore, ma lei non lo sentì. A quel punto Bartali prese la bottiglia e con essa riempì le borracce che portava sulla bici e quando ebbe finito la consegnò a Coppi. Bartali consegnò la bottiglia a Coppi, ma la verità è che approfittò di una confusione. Ecco come è andata”


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